DESCRIZIONE
La villa si trova nei pressi di Bardolino, su un terreno della famiglia Ottolenghi, costruita nel 1974.
L'avvocato Carlo, su suggerimento di Giuseppe Mazzariol, chiese a Carlo Scarpa di progettare una casa per il figlio Alberto. La configurazione stessa del terreno che si affaccia con un'ampia vista sul Lago di Garda, delimitata a ovest da uno scosceso pendio, a nord e a est da un terrapieno, offrì all'architetto interessanti spunti progettuali. Una scaletta tortuosa scende nella spaccatura, da cui prendono luce gli ambienti sotterranei, e collega la strada con con un passaggio che circonda il settore interrato dell'edificio, quasi come una trincea. Dal vestibolo si passa in un percorso interno che si affaccia sul soggiorno disimpegnando le camere ipogee, immerse nella penombra. Il "cuore della casa" è uno spazio fluido, scandito dalla successione delle colonne , dalla quinta scenografica dei contenitori, del camino del blocco bagno.
Non ha limiti ben definiti: il soffitto si piega parallelamente alle inflessioni del tetto, il pavimento è organizzato in dislivelli che seguono il pendio, le bucature sono allineate in maniera tale da consentire visuali che penetrano negli ambienti più distanti o che attraversano la casa da una parte all'altra;
le superfici riflettenti delle vetrate, degli specchi d'acqua (elemento compositivo tipico dell'architettura di scarpa), moltiplicano le visioni e forniscono immagini del lago intravisto tra gli alberi, infatti i setti murari e le griglie degli infissi incorniciano l'ambiente circostante non rivolgendosi però verso il lago, come tutte le residenze turistiche nei dintorni, ma verso la vigna e l'oliveto che diventano protagonisti. I singoli elementi non risultano isolati, pur mantenendo una potenziale autonomia formale, non perdono di vista il loro compito nel gioco d'assieme, basti pensare al pavimento che seppur interrotto da continui dislivelli e reso uniforme dalla continuità del materiale
DESCRIZIONE
Casa Scatturin si trova a Venezia. Si tratta di un monolocale situato all'ultimo piano di un edificio del XVII secolo. Nei primi anni Sessanta, Scarpa lo progettò e lo ristrutturò per l'avvocato Luigi Scatturin.
è uno spazio rettangolare, originariamente di servizio alla sicurezza residente nell'edificio, con soffitti bassi e altezze diverse.
Pavimenti in cotto levigati, segnati da una sottile fascia lungo i muri perimetrali in marmo, rifiniture finte in bianco e grigio. Le preziose doppie porte imbottite in pelle nera o pannelli laccati con colori che vanno dal marrone scuro al rosso, con l'uso di inserzioni in legno e vetro. Per i soffitti dipinti nello studio è stato usato stucco lucido marrone, o, come nella sala principale, in un incredibile cemento multicolore - rosso, giallo, marrone - che cambia con la luce che filtra attraverso le piccole finestre con preziosi infissi.
Nello studio di Scatturin, decorato con la "lavorazione del legno", domina l'incredibile tavolo in noce.