giardino delle sculture

DESCRIZIONE

Nel 1952, Carlo Scarpa progettò il Giardino delle Sculture per la Biennale di Venezia all'interno di un patio del Padiglione Italiano, originariamente progettato nel 1932 da Duilio Torres.

Il piccolo giardino gioca con la luce, l'ombra e l'acqua. Tre pesanti colonne ellittiche sostengono un tetto a baldacchino che ha la forma di tre cerchi che sarebbero stati sottratti da un rettangolo. Il giardino non è stato utilizzato per molti anni e solo recentemente è stato completamente restaurato.


gipsoteca canoviana

DESCRIZIONE

Nel 1957,  la Soprintendenza ai Monumenti del Veneto, su incarico dello Stato, decise di costruire un nuovo padiglione della Gipsoteca di Possagno e di affidare l’incarico della progettazione e della sistemazione a Carlo Scarpa. Questo nuovo spazio espositivo ricco della luce solare che piove dall'alto, è formato dall’alta sala a torre e dal corpo allungato che si restringe fino alla piscina, di fronte alla quale è stata collocata la scultura de Le Grazie.

L' obiettivo del progetto era quello di valorizzare tutto il patrimonio canoviano non esposto, giacente nel deposito, e, soprattutto, predisporre un’opportuna esposizione per i bozzetti in gesso ed in terracotta.


museo civico di castel vecchio

DESCRIZIONE

Il Museo Civico di Castelvecchio si trova a Verona, situato nell'omonimo castello medievale.

Il restauro dell'architetto Carlo Scarpa, tra il 1959 e il 1973, ha migliorato l'aspetto dell'edificio e delle mostre. Lo stile architettonico unico di Scarpa è visibile nei dettagli di porte, scale, arredi e persino apparecchi progettati per contenere uno specifico pezzo d'arte.

È nel Museo di Castelvecchio che la delicata gestione degli edifici antichi di Carlo Scarpa raggiunge i massimi traguardi. Qui i modelli e i materiali del pavimento interagiscono per formare un gioco tattile di superfici flessibili contro superfici dure.

Il nuovo si distingue dal vecchio per rivelare giunzioni e fessure spaziali che fungono da "fossati" concettuali in miniatura, e ogni opera d'arte è amorevolmente tenuta in vista da un supporto o una staffa quasi umana nella sua configurazione antropomorfa.

Carlo Scarpa resistette alle influenze postmoderne e neorazionaliste degli anni '70, preferendo elaborare un sistema decorativo derivato dai materiali dell'architettura moderna usati in una tradizione artigianale. Carlo Scarpa era in costante contatto con i suoi artigiani, e i suoi disegni venivano rivisti quasi quotidianamente per riflettere un'attenzione preindustriale ai vecchi metodi di costruzione. Il museo espone una collezione di sculture, statue, dipinti, armi antiche, ceramiche, oreficerie, miniature e alcune vecchie campane.