CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL CADORE

DESCRIZIONE


Borca di Cadore, Veneto, 1962

La chiesa è situata all'interno di un villaggio voluto da Enrico Mattei intorno agli anni '50 per ospitare i suoi dipendenti in vacanza.

La progettazione della chiesa ha inizio nel 1956, e vede unire le grandi menti di due architetti del tempo:  Carlo Scarpa ed Edoardo Gellner.

La chiesa è il  centro della vita sociale del villaggio, punto di riferimento anche per i villaggi vicini grazie all'alta guglia posizionata al di sopra del tetto.

L'edificio a tre navate, a pianta poligonale, può ospitare fino a 350 fedeli, è la parte più studiata e dettagliata del complesso urbano.

L' architettura in calcestruzzo armato, è formata da una composizione di figure geometriche perfezionate dall'uso elegante di materiali come  acciaio, legno, vetro e pietra naturale.

Coppie di grandi costole completate da un tirante orizzontale poggiano su travi longitudinali poste al di sopra di pilastri ordinati con interasse doppio rispetto ai costoloni. La pianta è conclusa su un lato dal transetto asimmetrico ruotato e, su quello opposto, dal nartece e dalla cappella laterale studiati da Scarpa.

 

Oggi l’edificio, che si conserva in buone condizioni, ospita concerti di musica classica durante la stagione estiva.



CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

DESCRIZIONE


Firenzuola, Toscana, 1966

 

La chiesa inaugurata nel 1966 dopo una lunga fase di rielaborazioni per i pareri contrastanti della commissione Pontificia sull'Arte Sacra, segna l'inizio della felice collaborazione tra i due architetti: Carlo Scarpa ed Edoardo Detti

Il progetto nel suo insieme affronta in maniera esemplare il legame tra il vecchio borgo del centro cittadino e la ricostruzione della antica pieve di San Giovanni Battista completamente distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

 

Ha molto della poetica di Carlo Scarpa nella soluzione adottata nella finestra d'angolo della navata presbiteriale (intesa come un parallelepipedo rivolto verso lo spazio interno) e già sperimentata dallo stesso nella gipsoteca canoviana di Possagno (TV), così come nel tetto, conformato a carena di nave. Il contributo di Detti riguarda semmai la struttura esterna, dove ad un fronte principale molto articolato, in cui spicca la forma di derivazione aaltiana del campanile, concluso con una copertura ad ala di gabbiano, si contrappone il fronte laterale meridionale, formato da una parete di pietra arenaria scandita da serrate paraste, interrotta orizzontalmente da un corso di cemento armato ospitante coppie di lucernari quadrati.



DOCUMENTAZIONE

Bibliografia accreditata:

Koenig G.K., L'architettura in Toscana 1931-1968, Torino, Eri, 1968, p.179. / Godoli E. (a cura di), Architetture del Novecento. La Toscana, Firenze, Edizioni Polistampa, 2001.

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